Celebrazioni 4 Novembre 2022

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Il discorso del Sindaco

Data:

02 Novembre 2022

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Descrizione

Rivolgo il mio saluto alle autorità civili, militari e religiose, ai rappresentanti delle associazioni, ai docenti e ai ragazzi delle scuole presenti.

Oggi celebriamo il IV Novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

L’Armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918 ed entrato in vigore il giorno successivo, mise fine ad un doloroso conflitto durato più di tre anni. Un periodo durante il quale il Paese conobbe profondi mutamenti sociali e politici che ne influenzarono il destino anche per gli anni a venire.

Per onorare il sacrificio dei soldati caduti, il 4 novembre 1921 si tenne la tumulazione del "Milite Ignoto" nel Sacello dell'Altare della Patria a Roma. E con Regio decreto del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre divenne Festa nazionale.

Questa la storia, la stessa che ci ricorda come il IV novembre abbia rappresentato una data cruciale per il completamento del processo di unificazione nazionale avviatosi in epoca risorgimentale.

La guerra impose agli italiani sacrifici immani, causando indicibili privazioni materiali e umane, patimenti che tradotti in numeri costarono 650mila morti, un milione di feriti gravi e un’economia allo stremo. In questa giornata vogliamo ricordare in particolare tutti coloro, molti giovanissimi, che partirono per il fronte e non tornarono più. Tra di loro, tra le vittime di tutte le guerre, durante il secondo conflitto mondiale, il soldato Francesco Fortunato Palumbo, morto di stenti nel campo di concentramento tedesco di Bergen – Belsen a soli 24 anni. I suoi resti per 78 anni sono rimasti sepolti nel Cimitero militare italiano di Amburgo, lontano da casa. Implacabile il dolore dei suoi cari, che non ebbero neppure la consolazione di una tomba per piangerlo e sulla quale portargli un fiore. Da oggi le sue spoglie riposeranno qui, nella tomba di famiglia del Cimitero comunale di Mesagne. E mentre viviamo l’atrocità di un’altra guerra, è forte l’abbraccio della città per questo giovane che finalmente è tornato a casa.

L’abbraccio è per lui e per tutti quei ragazzi del Novecento accomunati dal suo stesso destino. A lui, a loro, rivolgiamo un pensiero commosso, pronunciando come una preghiera una sola parola: Pace.

Ultimo aggiornamento: 03/11/2022, 23:00