Animale domestico

Animale domestico

Immagine: canile
Il fenomeno del randagismo è ancora molto diffuso nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno dove, sebbene si percepiscono segnali di miglioramento, il fenomeno resta grave.

Il numero degli animali vaganti sul territorio, la cui riproduzione spesso incontrollata rappresenta un serbatoio di randagi.

Il randagismo rappresenta un grave problema per gli animali coinvolti.

La loro mortalità è alta: difficoltà di reperire cibo, malattie, forme parassitarie interne ed esterne, esposizione a fattori climatici ostili, incidenti stradali, maltrattamenti e avvelenamenti, rappresentano gravissimi fattori di rischio che possono avere come conseguenza un’aspettativa di vita molto bassa, soprattutto per i cuccioli.

Il randagismo rappresenta anche un ingente problema economico, nonché un danno di immagine a livello turistico per le regioni in cui il fenomeno è più diffuso.

Tra gli interventi prioritari da mettere in atto vi sono quelli già contemplati dalla normativa nazionale e locale: campagne per l’identificazione e la registrazione in anagrafe degli animali d’affezione, controlli su microchip e canili, piani di sterilizzazione, promozione delle adozioni responsabili e educazione alla corretta relazione uomo-animali, a iniziare dalle scuole.

La Regione Puglia, con L. R. n. 2 del 7 febbraio 2020, in attuazione di quanto disposto dalla Legge 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute, il benessere e l’ambiente, promuove la prevenzione del randagismo, la protezione e la tutela degli animali dì affezione e ne sancisce 11 diritto alla dignità di esseri vi- venti e il rispetto delle loro esigenze fisiologiche ed etologiche, condannando ogni tipo di maltrattamento, compreso l’abbandono.

In attuazione delle disposizioni nazionali e regionali, sul territorio comunale i cani randagi vengono catturati e temporaneamente custoditi presso il canile sanitario convenzionato, dove vengono sottoposti ad osservazione sanitaria da parte dei medici veterinari de1l’ASL, sterilizzati e registrati in anagrafe canina. Decorso favorevolmente ìl periodo di osservazione sanitaria, se non è stata possibile l’adozione, vengono re immessi sul territorio comunale. I randagi pericolosi o affetti da patologie incompatibili con la re-immissione vengono accolti presso il rifugio convenzionato.

Pagina aggiornata il 15/03/2024